Giornata Mondiale dell’Alimentazione: “Mano nella mano per un futuro migliore”
Il 16 ottobre si è celebrata la Giornata Mondiale dell’Alimentazione, istituita dalla FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura), che quest’anno festeggia i suoi 80 anni di attività. La ricorrenza, nata per sensibilizzare governi, istituzioni e cittadini sui temi del cibo e della sicurezza alimentare, invita a riflettere sulla disponibilità, qualità e sostenibilità delle risorse alimentari, sul contrasto agli sprechi e sull’uso responsabile delle risorse naturali.
Il tema scelto per il 2025, “Mano nella mano per un’alimentazione ed un futuro migliori”, sottolinea la necessità di cooperazione e sinergia tra tutti gli attori del sistema – dai governi ai cittadini, dalle imprese alle organizzazioni locali – per sviluppare modelli produttivi agroalimentari sostenibili, capaci di garantire un accesso equo al cibo oggi e per le generazioni future.
Fame e obesità: due facce della stessa crisi globale
Il quadro mondiale resta drammatico: 673 milioni di persone soffrono la fame, mentre oltre un miliardo tra adulti e bambini è obeso. Per motivi opposti, quasi un quarto della popolazione globale è malnutrito, con gravi conseguenze sulla salute, sull’economia e sulla stabilità sociale.
Questi numeri raccontano una contraddizione profonda: un mondo in cui abbondanza e povertà alimentare convivono, spesso negli stessi Paesi.
Puglia: terra di Dieta Mediterranea, ma i numeri preoccupano
In Italia, e in particolare in Puglia, la situazione riflette una preoccupante tendenza: il 48,8% della popolazione è in sovrappeso o obesa. La regione si colloca così al quarto posto a livello nazionale, dopo Molise (51,9%), Basilicata (51,5%) e Campania (50,2%). A ciò si aggiunge che il 41,2% dei pugliesi non pratica alcuna attività fisica.
Dati che stonano con la tradizione agroalimentare e lo stile di vita tipici del Sud Italia, culla della Dieta Mediterranea, riconosciuta dall’UNESCO come Patrimonio Immateriale dell’Umanità e modello alimentare studiato sin dagli anni ’50 dal fisiologo americano Ancel Keys.
La Dieta Mediterranea: un modello di salute e sostenibilità
La Dieta Mediterranea non è solo un regime alimentare, ma uno stile di vita fondato sull’equilibrio, sulla convivialità e sul rispetto della natura. Si basa sul consumo quotidiano di verdure, ortaggi, frutta di stagione, cereali integrali, legumi, pesce e olio extravergine d’oliva, con un uso moderato di carne rossa, zuccheri e sale.
Tra le bevande consigliate spiccano acqua, tisane, tè e caffè, mentre vanno limitate le bevande zuccherate, alcoliche e gassate. Anche il vino, pur rappresentando un simbolo della tradizione mediterranea, deve essere consumato con moderazione e consapevolezza, preferibilmente durante i pasti.
Accanto al cibo, la Dieta Mediterranea include anche attività fisica regolare, relazioni sociali, riposo adeguato e gestione dello stress.
Quando la tradizione si allontana dalla realtà
Oggi, però, questo modello virtuoso sembra sempre più lontano dal quotidiano. Le abitudini alimentari scorrette, la sedentarietà e lo stress contribuiscono alla crescita delle malattie croniche non trasmissibili come obesità, diabete, tumori e disturbi cognitivi. A ciò si sommano le conseguenze ambientali di un sistema alimentare insostenibile, che alimenta i cambiamenti climatici e l’alterazione degli ecosistemi.
La soluzione? Collaborare, a partire dal territorio
La FAO, nel suo appello del 2025, individua nella collaborazione la via maestra per un cambio di passo globale. Ma la cooperazione deve iniziare dal livello locale, dove i problemi sono più evidenti e le soluzioni più concrete.
In Puglia, serve un impegno corale per promuovere una cultura della sostenibilità alimentare e ambientale, in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Le istituzioni regionali possono svolgere un ruolo decisivo nel promuovere politiche di prevenzione e benessere, sostenendo la Dieta Mediterranea come strumento di salute pubblica e tutela ambientale.
La Fondazione Dieta Mediterranea: un laboratorio di buone pratiche
In questa direzione si muove la delegazione pugliese della Fondazione Dieta Mediterranea, che coinvolge esperti e volontari di diversi settori – dalla sanità alla nutrizione, dall’educazione all’ecologia – per diffondere buone pratiche alimentari e comportamentali.
Il loro obiettivo è chiaro: costruire una società più sana, consapevole e sostenibile, partendo proprio dal territorio.
Puglia, culla di un nuovo modello di sviluppo
Riscoprendo le proprie radici agroalimentari, valorizzando le eccellenze naturali e gastronomiche e puntando sul capitale umano, la Puglia può diventare interprete di un nuovo modello di sviluppo fondato sulla Dieta Mediterranea: un equilibrio tra salute, cultura e ambiente.
In un’epoca di crisi alimentare globale, la risposta potrebbe arrivare proprio da qui, dal Sud che sa ancora nutrire il mondo con saggezza antica e sguardo al futuro.