venerdì, Novembre 28, 2025
San Vito dei Normanni

La Lucie Foundation porta all’Ex Fadda la testimonianza delle madri di Gaza

Domenica 30 novembre, sul palco del Tex – Teatro dell’Ex Fadda di San Vito dei Normanni, andrà in scena “What Remains: storia di una madre da Gaza”, una performance di danza contemporanea prodotta dalla Lucie Foundation. Un lavoro intenso e poetico che affronta temi universali – il dolore, l’amore, la perdita – attraverso il linguaggio puro del corpo, offrendo al pubblico un’esperienza emotiva capace di attraversare confini geografici e culturali.

Con il patrocinio del Comune di San Vito dei Normanni, l’evento si propone come un atto umano, non politico: una testimonianza delicata e potente sulle conseguenze della guerra vissute nello spazio domestico, lontano dagli echi dei fronti armati. Al centro della scena c’è una madre, figura simbolica che rappresenta molte altre: una donna che attraversa stanze vuote, abita gesti sospesi, porta una memoria che si imprime nei muscoli e nel respiro. Nel silenzio della casa, l’assenza diventa presenza, e la danza rivela come l’amore possa resistere anche nelle fratture più profonde.



Senza parole, la performance invita a guardare ciò che la guerra sottrae: la sicurezza, la quotidianità, gli affetti più intimi. Non indica colpevoli né abbraccia posizioni ideologiche, ma offre uno spazio di ascolto e di consapevolezza dedicato alle madri di Gaza e a tutte le madri che vivono la fragilità del conflitto.

La coreografia nasce dal libretto originale dello spettacolo, trasformato in movimento da Enza Consoli dello studio Asd Degas di Fasano, centro di formazione artistica dedicato alla danza classica e contemporanea. Il risultato è un percorso corporeo in cui dolore, resistenza e amore si ricombinano in una narrazione che parla direttamente allo spettatore.

Ad amplificare la dimensione emotiva dello spettacolo contribuiscono alcune immagini tratte dalla mostra “Eyes in Gaza”, poste in dialogo con la danza. Le fotografie estendono lo spazio narrativo, creando un ponte tra intimità e realtà, tra il movimento del corpo e l’evidenza visiva degli sguardi che arrivano da un territorio ferito.

Il concept dell’evento porta la firma di Hossein Farmani, fondatore della Lucie Foundation e figura di spicco nel panorama internazionale delle arti visive. L’idea nasce dall’iconica fotografia di una madre in lutto scattata dal fotografo palestinese Loay Ayoub, immagine che ha ispirato Farmani a dar vita a un progetto capace di trasformare la testimonianza in arte e la memoria in gesto condiviso. Farmani, filantropo e promotore culturale, è anche fondatore della galleria House of Lucie a Ostuni e di altri spazi espositivi nel mondo.

L’ingresso allo spettacolo è libero. Al termine della performance sarà possibile contribuire con donazioni volontarie, destinate a sostenere progetti umanitari rivolti alle famiglie colpite dal conflitto. Un’occasione per unire bellezza e solidarietà, trasformando l’esperienza artistica in un atto concreto di vicinanza umana.


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